31 ottobre 2022
Google Core Update e Helpful Content Update: cosa cambia
Google Helpful Content Update, letteralmente aggiornamento sui contenuti utili, lanciato lo scorso 25 agosto e completamente “assorbito” venerdì 9 settembre, sembrava essere l’ultimo concreto intervento di Google sull’algoritmo di ricerca, almeno per un po’ di tempo. Ecco che, invece, alcuni giorni dopo, Big G è tornato subito a far parlare di sé, per la precisione giusto il tempo di un weekend.
Lunedì 12 settembre, infatti, Google ha annunciato un nuovo concreto aggiornamento, stavolta molto più ampio e intensivo. Essendo un broad update ossia un aggiornamento principale, si prevede che questo comporterà delle modifiche sostanziali ai risultati di ricerca e – complice il recente Helpful Content Update – anche nel modo in cui Google posiziona i contenuti. Dopo un mese, possiamo già notare i primi effetti nelle SERP. Diamo subito un’occhiata.
Helpful Content Update: contenuti sempre più utili per gli utenti
Come accennato, in principio fu l’aggiornamento di maggio del Core Update, poi il Product Reviews Update (dedicato alle recensioni di prodotto) e infine l’Helpful Content Update a far sobbalzare dalla sedia gli analisti SEO e non solo. Quest’ultimo è un aggiornamento dell’algoritmo di ranking focalizzato sull’utilità dei contenuti per gli utenti, “premiando” in termini di posizionamento quelli più validi per gli intent e riducendo la visibilità a quelli palesemente inutili. Si tratta di un update limitato solo ai risultati di ricerca (sono esclusi gli altri servizi di Google) e “colpisce” solo la lingua inglese.
Nello specifico, l’Helpful Content Update si pone l’obiettivo di penalizzare, fino a eliminare dalla SERP tutti i contenuti che sono stati realizzati con il solo scopo di posizionarsi sul motore di ricerca, senza soddisfare minimamente l’esigenza informazionale/transazionale degli utenti.
Era stato Danny Sullivan - Public Liaison for Search di Google - a rendere nota la volontà del colosso di Mountain View di garantire contenuti originali e di alta qualità per le persone. Lo stesso Sullivan ha sottolineato che, tecnicamente, è l’apprendimento automatico a rilevare quei contenuti inutili per gli utenti: in modo totalmente automatizzato vengono identificati gli scritti di scarso valore, determinando la posizione in SERP combinando il risultato del valore del contenuto con diversi segnali presenti sulla pagina e sul sito.
Un segnale di ranking, come viene definito dallo stesso Google, che si pone proprio a livello di sito, si “autoaggiorna” ed evolve continuamente, apprendendo in autonomia. E’ proprio in questo che si differenzia da un broad core update, ma anche dal product reviews update, implementato alcuni mesi fa.
Inoltre, un testo di scarso valore potrebbe “danneggiare” la reputazione complessiva del sito in termini di qualità dei contenuti: è come se un contenuto bad “contagiasse” anche gli altri di elevato valore. Per questo motivo, Google consiglia di rimuovere testi di scarso valore anche datati. L’eliminazione viene valutata positivamente dal motore di ricerca, consentendo al sito di recuperare posizioni SERP nel giro di qualche mese.
Aggiornamenti di broad: come gestirli e cosa devi sapere
I temutissimi aggiornamenti di broad agiscono direttamente sui sistemi di ricerca Google, determinando cambiamenti netti e sostanziali in SERP, ma anche su Google Discover. Si tratta di update che intervengono sull’intero algoritmo, che – come sappiamo – è costituito da un insieme di algoritmi che si basano a loro volta su diversi segnali di ranking. Il colosso di Mountain View pubblica ogni anno più broad core update, per rivedere, migliorare la pertinenza e autorevolezza dei risultati di ricerca e rispondere in maniera ottimizzata alle query degli utenti. Gli aggiornamenti broad, ossia “ampi” non si focalizzano su qualcosa di specifico, come può essere l’obiettivo dell’Helpful Content Update, ma resta a un livello generale, così come incide a livello globale, senza distinzioni di Paesi o lingua. Ed è proprio in questo, come detto, che si differenziano dai cosiddetti “baby alghoritm”, che non definiscono nuovi criteri in base ai quali giudicare la qualità delle pagine e di conseguenza la classifica dei risultati.
Ogni broad core update è, in sostanza, il risultato di un lungo processo che parte da un training set che si avvale del machine learning ranking model, attraversa un nuovo set di risultati considerati pertinenti in base ai nuovi fattori adottati e termina con gli interventi nella restituzione dei risultati agli utenti.
Solitamente Google lancia il primo annuncio qualche ora prima del rilascio, seguito dalla comunicazione alla partenza dell’update, fino all’avviso del roll-out, che indica il completamento e la definitiva implementazione dell’aggiornamento, senza particolari dettagli tecnici. Eh... sia mai facilitare la vita agli analisti SEO! Tuttavia, questi sanno che si potrebbero verificare dei cali di traffico, in occasione di un update di questa portata, pertanto possono pianificare in anticipo ogni azione di recupero.
Inoltre, nel periodo di implementazione, nei canonici 14-15 giorni, l’impatto in SERP dei broad core update, non è mai improvviso, ma distribuito nel lasso di quell’intervallo: questo da una parte può essere positivo, per non ritrovarsi in maniera estemporanea di fronte un cambiamento netto; tuttavia, si assiste spesso a degli sbalzi che, se non sei un esperto, puoi fare particolare fatica a interpretare. E se si fa fatica a interpretare i segnali, anche reagire può essere un problema, tant’è che lo stesso Google fa sapere che provare a contrastare. Ma noi abbiamo dei consigli per te, per contenere i cali di traffico, dopo un Core Update.
Google Core Update: modifiche ed effetti immediati
September 2022 Core Update è il nome dato da Google al nuovo aggiornamento dell’algoritmo. A differenza dell’Helpful Content Update, che ha previsto dei cambiamenti solo per la lingua inglese, almeno per il momento, questo viene applicato a livello mondiale, quindi a tutte le versioni di Google.
Tramite un messaggio su Twitter, Big G ha annunciato l’update, ribadendo le consuete due settimane circa per il completo roll out, comunicato il 26 settembre. Trattandosi di un update broad, l’aggiornamento non riguarda un aspetto specifico dell’algoritmo, ma riguarda il completo sistema di ranking di Google. Cambia l’importanza dei criteri di classificazione (arrivati a circa 200 fattori diversi) e di conseguenza possono avvenire mutamenti significativi in SERP.
Una delle novità più evidenti è l’ottimizzazione nel riconoscimento da parte di Google dei contenuti scritti con Intelligenza Artificiale, già da tempo contrastati dal motore di ricerca. Già l’Helpful Content Update ha detto la sua sul fatto che un contenuto deve non solo portare valore aggiunto informativo all’utente, ma la stessa qualità di scrittura deve essere considerevole, tanto da conferire autorevolezza al testo stesso, come se fosse scritto da un esperto in materia. Ecco che quindi ogni articolo deve essere non solo pertinente, ma anche esaustivo e pienamente leggibile.
Chiaramente, restano assolutamente penalizzati i contenuti copiati, incompleti o scritti con il solo intento di posizionarsi. A questi si aggiungono i contenuti AI, scritti da software automatici, che restituiscono dei testi a partire da alcune parole di base. Contenuti che – a ben vedere – sono classificati da Google come di pessima qualità e quasi sempre non originali.
Per questo, per i nostri clienti realizziamo articoli di elevata qualità informazionale per l’utente, inserendoli nel sito con una pianificazione strutturata e con cadenza periodica. In questo modo, miglioriamo il posizionamento del tuo sito sui motori di ricerca e aumentiamo le pagine indicizzate su Google. Nessun software automatico, solo copywriter professionisti pronti a scrivere testi afferenti alla tua attività.
Al momento, i primi effetti che si notano indicano una maggiore volatilità tra i risultati organici, con alcuni siti che hanno notato dei cali del traffico che possono raggiungere vette del 60%. In questo momento è quindi importantissimo tenere sempre monitorati i cambiamenti nella Google Search Console, per comprendere quanto effettivamente sarà diverso il ranking, in seguito all’aggiornamento dell’algoritmo, andando ad analizzare le keyword con le quali gli utenti atterrano sul sito, le pagine visitate e l’andamento del traffico.
La volatilità della SERP può essere un’opportunità: affidati a Doweb per analizzare il tuo sito in maniera professionale e migliorare il posizionamento!
Cali di traffico Google Core Update: come gestirli
Hai notato un calo di traffico in seguito all’aggiornamento Google Core Update? Soffermati sulla qualità dei contenuti!
Come accennato in precedenza, il motore di ricerca apprezza particolarmente testi completi ed esaustivi, che possano veramente rispondere ai quesiti degli utenti: contenuti, insomma, che ti facciano chiudere la finestra del browser perché possiedi tutte le informazioni di cui avevi bisogno. Mi raccomando, presta attenzione agli errori ortografici, perché saranno valutati sempre più importanti, in quanto incidono sulla leggibilità e sull’autorevolezza del contenuto.
Inoltre, prova a dare un’occhiata ai contenuti sull’argomento realizzati dai competitor: cerca di differenziarti e di portare qualcosa in più agli utenti!
Hai migliorato i tuoi contenuti? Ottimo. Prova ad analizzare il tuo sito web, non solo da un punto di vista SEO, ma anche tecnico. Non dimenticare di verificare la user experience da mobile e la velocità di caricamento, che sono sempre fattori di ranking molto importanti per Google.
Porta pazienza per vedere i primi risultati… potresti non avere miglioramenti anche fino al prossimo aggiornamento. Che sia di broad, oppure più piccolo e specifico, può determinare salite (o discese) in SERP.
Altri miglioramenti che puoi apportare per non perdere traffico e gestire nel migliore dei modi il nuovo Google Core Update? Contattaci subito per una consulenza!
Lunedì 12 settembre, infatti, Google ha annunciato un nuovo concreto aggiornamento, stavolta molto più ampio e intensivo. Essendo un broad update ossia un aggiornamento principale, si prevede che questo comporterà delle modifiche sostanziali ai risultati di ricerca e – complice il recente Helpful Content Update – anche nel modo in cui Google posiziona i contenuti. Dopo un mese, possiamo già notare i primi effetti nelle SERP. Diamo subito un’occhiata.
Helpful Content Update: contenuti sempre più utili per gli utenti
Come accennato, in principio fu l’aggiornamento di maggio del Core Update, poi il Product Reviews Update (dedicato alle recensioni di prodotto) e infine l’Helpful Content Update a far sobbalzare dalla sedia gli analisti SEO e non solo. Quest’ultimo è un aggiornamento dell’algoritmo di ranking focalizzato sull’utilità dei contenuti per gli utenti, “premiando” in termini di posizionamento quelli più validi per gli intent e riducendo la visibilità a quelli palesemente inutili. Si tratta di un update limitato solo ai risultati di ricerca (sono esclusi gli altri servizi di Google) e “colpisce” solo la lingua inglese.
Nello specifico, l’Helpful Content Update si pone l’obiettivo di penalizzare, fino a eliminare dalla SERP tutti i contenuti che sono stati realizzati con il solo scopo di posizionarsi sul motore di ricerca, senza soddisfare minimamente l’esigenza informazionale/transazionale degli utenti.
Era stato Danny Sullivan - Public Liaison for Search di Google - a rendere nota la volontà del colosso di Mountain View di garantire contenuti originali e di alta qualità per le persone. Lo stesso Sullivan ha sottolineato che, tecnicamente, è l’apprendimento automatico a rilevare quei contenuti inutili per gli utenti: in modo totalmente automatizzato vengono identificati gli scritti di scarso valore, determinando la posizione in SERP combinando il risultato del valore del contenuto con diversi segnali presenti sulla pagina e sul sito.
Un segnale di ranking, come viene definito dallo stesso Google, che si pone proprio a livello di sito, si “autoaggiorna” ed evolve continuamente, apprendendo in autonomia. E’ proprio in questo che si differenzia da un broad core update, ma anche dal product reviews update, implementato alcuni mesi fa.
Inoltre, un testo di scarso valore potrebbe “danneggiare” la reputazione complessiva del sito in termini di qualità dei contenuti: è come se un contenuto bad “contagiasse” anche gli altri di elevato valore. Per questo motivo, Google consiglia di rimuovere testi di scarso valore anche datati. L’eliminazione viene valutata positivamente dal motore di ricerca, consentendo al sito di recuperare posizioni SERP nel giro di qualche mese.
Aggiornamenti di broad: come gestirli e cosa devi sapere
I temutissimi aggiornamenti di broad agiscono direttamente sui sistemi di ricerca Google, determinando cambiamenti netti e sostanziali in SERP, ma anche su Google Discover. Si tratta di update che intervengono sull’intero algoritmo, che – come sappiamo – è costituito da un insieme di algoritmi che si basano a loro volta su diversi segnali di ranking. Il colosso di Mountain View pubblica ogni anno più broad core update, per rivedere, migliorare la pertinenza e autorevolezza dei risultati di ricerca e rispondere in maniera ottimizzata alle query degli utenti. Gli aggiornamenti broad, ossia “ampi” non si focalizzano su qualcosa di specifico, come può essere l’obiettivo dell’Helpful Content Update, ma resta a un livello generale, così come incide a livello globale, senza distinzioni di Paesi o lingua. Ed è proprio in questo, come detto, che si differenziano dai cosiddetti “baby alghoritm”, che non definiscono nuovi criteri in base ai quali giudicare la qualità delle pagine e di conseguenza la classifica dei risultati.
Ogni broad core update è, in sostanza, il risultato di un lungo processo che parte da un training set che si avvale del machine learning ranking model, attraversa un nuovo set di risultati considerati pertinenti in base ai nuovi fattori adottati e termina con gli interventi nella restituzione dei risultati agli utenti.
Solitamente Google lancia il primo annuncio qualche ora prima del rilascio, seguito dalla comunicazione alla partenza dell’update, fino all’avviso del roll-out, che indica il completamento e la definitiva implementazione dell’aggiornamento, senza particolari dettagli tecnici. Eh... sia mai facilitare la vita agli analisti SEO! Tuttavia, questi sanno che si potrebbero verificare dei cali di traffico, in occasione di un update di questa portata, pertanto possono pianificare in anticipo ogni azione di recupero.
Inoltre, nel periodo di implementazione, nei canonici 14-15 giorni, l’impatto in SERP dei broad core update, non è mai improvviso, ma distribuito nel lasso di quell’intervallo: questo da una parte può essere positivo, per non ritrovarsi in maniera estemporanea di fronte un cambiamento netto; tuttavia, si assiste spesso a degli sbalzi che, se non sei un esperto, puoi fare particolare fatica a interpretare. E se si fa fatica a interpretare i segnali, anche reagire può essere un problema, tant’è che lo stesso Google fa sapere che provare a contrastare. Ma noi abbiamo dei consigli per te, per contenere i cali di traffico, dopo un Core Update.
Google Core Update: modifiche ed effetti immediati
September 2022 Core Update è il nome dato da Google al nuovo aggiornamento dell’algoritmo. A differenza dell’Helpful Content Update, che ha previsto dei cambiamenti solo per la lingua inglese, almeno per il momento, questo viene applicato a livello mondiale, quindi a tutte le versioni di Google.
Tramite un messaggio su Twitter, Big G ha annunciato l’update, ribadendo le consuete due settimane circa per il completo roll out, comunicato il 26 settembre. Trattandosi di un update broad, l’aggiornamento non riguarda un aspetto specifico dell’algoritmo, ma riguarda il completo sistema di ranking di Google. Cambia l’importanza dei criteri di classificazione (arrivati a circa 200 fattori diversi) e di conseguenza possono avvenire mutamenti significativi in SERP.
Una delle novità più evidenti è l’ottimizzazione nel riconoscimento da parte di Google dei contenuti scritti con Intelligenza Artificiale, già da tempo contrastati dal motore di ricerca. Già l’Helpful Content Update ha detto la sua sul fatto che un contenuto deve non solo portare valore aggiunto informativo all’utente, ma la stessa qualità di scrittura deve essere considerevole, tanto da conferire autorevolezza al testo stesso, come se fosse scritto da un esperto in materia. Ecco che quindi ogni articolo deve essere non solo pertinente, ma anche esaustivo e pienamente leggibile.
Chiaramente, restano assolutamente penalizzati i contenuti copiati, incompleti o scritti con il solo intento di posizionarsi. A questi si aggiungono i contenuti AI, scritti da software automatici, che restituiscono dei testi a partire da alcune parole di base. Contenuti che – a ben vedere – sono classificati da Google come di pessima qualità e quasi sempre non originali.
Per questo, per i nostri clienti realizziamo articoli di elevata qualità informazionale per l’utente, inserendoli nel sito con una pianificazione strutturata e con cadenza periodica. In questo modo, miglioriamo il posizionamento del tuo sito sui motori di ricerca e aumentiamo le pagine indicizzate su Google. Nessun software automatico, solo copywriter professionisti pronti a scrivere testi afferenti alla tua attività.
Al momento, i primi effetti che si notano indicano una maggiore volatilità tra i risultati organici, con alcuni siti che hanno notato dei cali del traffico che possono raggiungere vette del 60%. In questo momento è quindi importantissimo tenere sempre monitorati i cambiamenti nella Google Search Console, per comprendere quanto effettivamente sarà diverso il ranking, in seguito all’aggiornamento dell’algoritmo, andando ad analizzare le keyword con le quali gli utenti atterrano sul sito, le pagine visitate e l’andamento del traffico.
La volatilità della SERP può essere un’opportunità: affidati a Doweb per analizzare il tuo sito in maniera professionale e migliorare il posizionamento!
Cali di traffico Google Core Update: come gestirli
Hai notato un calo di traffico in seguito all’aggiornamento Google Core Update? Soffermati sulla qualità dei contenuti!
Come accennato in precedenza, il motore di ricerca apprezza particolarmente testi completi ed esaustivi, che possano veramente rispondere ai quesiti degli utenti: contenuti, insomma, che ti facciano chiudere la finestra del browser perché possiedi tutte le informazioni di cui avevi bisogno. Mi raccomando, presta attenzione agli errori ortografici, perché saranno valutati sempre più importanti, in quanto incidono sulla leggibilità e sull’autorevolezza del contenuto.
Inoltre, prova a dare un’occhiata ai contenuti sull’argomento realizzati dai competitor: cerca di differenziarti e di portare qualcosa in più agli utenti!
Hai migliorato i tuoi contenuti? Ottimo. Prova ad analizzare il tuo sito web, non solo da un punto di vista SEO, ma anche tecnico. Non dimenticare di verificare la user experience da mobile e la velocità di caricamento, che sono sempre fattori di ranking molto importanti per Google.
Porta pazienza per vedere i primi risultati… potresti non avere miglioramenti anche fino al prossimo aggiornamento. Che sia di broad, oppure più piccolo e specifico, può determinare salite (o discese) in SERP.
Altri miglioramenti che puoi apportare per non perdere traffico e gestire nel migliore dei modi il nuovo Google Core Update? Contattaci subito per una consulenza!