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Alex Baldarelli

Scritto daAlex Baldarelli

Tempo stimato per la lettura9 minuti

Il conto alla rovescia è iniziato. Entro il 28 giugno 2025, tutti i siti web e le app mobili dei soggetti erogatori di servizi al pubblico dovranno essere accessibili secondo quanto stabilito dalla Direttiva europea European Accessibility Act (EAA). Un obbligo normativo che riguarda non solo le Pubbliche Amministrazioni, ma anche molte aziende private. Scopriamo in questo articolo che cosa significa accessibilità digitale e quali sono le aziende che devono adeguarsi per non cadere nelle pesanti sanzioni. Il 28 giugno 2025 è dietro l’angolo: se il tuo sito o la tua app mobile non sono ancora conformi agli standard di accessibilità, questo è il momento di intervenire!

Cosa significa “accessibilità digitale”?
Un sito accessibile è un sito che può essere consultato, navigato e utilizzato da chiunque, incluse persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.

Per essere conforme agli standard richiesti dalla normativa, un sito deve rispettare i criteri delle WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines), almeno al livello AA. WCAG sta per Web Content Accessibility Guidelines, ovvero Linee guida per l’accessibilità dei contenuti web. Le WCAG 2.1 sono uno standard tecnico internazionale pubblicato dal W3C (World Wide Web Consortium) per definire come rendere siti web e applicazioni fruibili da tutti e sono suddivise in tre livelli di conformità: il Livello AA è il livello intermedio, richiesto dalla legge.

Le linee fondamentali dell’accessibilità digitale si basano su 4 principi fondamentali:

Percepibilità
Le informazioni e i componenti dell’interfaccia devono essere presentabili in modo che gli utenti li possano percepire; significa che nessun contenuto dovrebbe essere invisibile o inaccessibile per chi, ad esempio, non vede lo schermo (ipovedenti, ciechi), non sente i suoni (non udenti), non percepisce i colori in modo standard (daltonici) e per chi ha bisogno di ingrandimenti o lettura semplificata. Il sito deve quindi prevedere:
  • Testo alternativo per le immagini (alt text);
  • Contrasto cromatico adeguato tra testo e sfondo (almeno 4.5:1);
  • Possibilità di ingrandire il testo fino al 200% senza perdita di contenuto o funzionalità
  • Etichette chiare per form, pulsanti e input
  • Contenuti video sottotitolati o con trascrizione testuale
Utilizzabilità
I componenti dell’interfaccia e della navigazione devono essere utilizzabili anche da persone con disabilità motorie, cognitive o visive — senza l’obbligo di usare il mouse. Ecco che quindi è necessario garantire:
  • Navigazione da tastiera (TAB, frecce, INVIO, ESC…)
  • Ordine logico di navigazione (focus visibile e coerente)
  • Nessun elemento che provochi crisi epilettiche (es. lampeggiamenti)
  • Tempi di lettura e risposta estendibili per i moduli (es. login, pagamenti
Comprensibilità
Le informazioni e il funzionamento dell’interfaccia devono essere chiari e prevedibili. In altre parole, il sito non solo deve essere leggibile, ma anche intuitivo da usare, facile da capire e coerente nei comportamenti.
  • Linguaggio semplice e comprensibile (anche nei messaggi di errore)
  • Coerenza visiva e funzionale tra le pagine (es. stesso layout per pulsanti e menu
  • I campi dei form devono essere etichettati e con messaggi di aiuto o autocompletamento
  • Errori evidenziati chiaramente, con suggerimenti per la correzione
Robustezza
Il contenuto deve essere interpretabile in modo affidabile da un'ampia gamma di agenti utente, compresi browser, screen reader, ingranditori di schermo, tastiere alternative, comandi vocali, e futuri strumenti assistivi. In sostanza, dal punto di vista tecnico il sito deve essere strutturalmente solido e semanticamente corretto, per garantire che anche i software che aiutano le persone con disabilità riescano a leggerlo e interagirci correttamente, prevedendo:
  • Codice HTML semantico e pulito
  • Uso corretto di tag ARIA (Accessible Rich Internet Applications)
  • Compatibilità con le tecnologie assistive (screen reader, comandi vocali, ecc.)
  • Struttura coerente e ben formattata (header, main, nav, footer…)

Scadenza imminente: chi è obbligato ad adeguarsi entro il 28 giugno?
Finora l’accessibility act riguardava soltanto la Pubblica Amministrazione e le aziende private di grandi dimensioni, con un fatturato superiore ai 500 milioni di euro negli ultimi tre anni.

A partire dal 28 giugno 2025 la normativa interesserà però anche le imprese che offrono servizi digitali rivolti al pubblico nei seguenti ambiti:
  • bancario e finanziario (home banking, app di pagamento, piattaforme di investimento)
  • assicurazioni (preventivi, sottoscrizioni, gestione polizze online)
  • e-commerce (inclusi marketplace, siti di vendita online, comparatori)
  • servizi di streaming (video/audio on demand, piattaforme di contenuti multimediali)
  • servizi di trasporto e prenotazione viaggi (vendita biglietti online, app per prenotazioni o check-in)
  • servizi di comunicazione elettronica e fornitori di servizi digitali essenziali (operatori telefonici, servizi di pagamento online, VoIP, ecc.)
Queste aziende private con più di 10 dipendenti e un fatturato superiore a 2 milioni di euro devono garantire accessibilità ai propri siti web, app e interfacce digitali.

Sono esentate quindi sia le microimprese che non arrivano a questi requisiti – salvo la partecipazione a gare pubbliche - e i soggetti che dimostrano che l’applicazione dei requisiti di accessibilità comporti un onere sproporzionato rispetto ai benefici ottenuti: una clausola che deve essere giustificata mediante valutazione documentata.

Accessibility act: attenzione alle sanzioni!
Dal 28 giugno 2025, non garantire l’accessibilità dei prodotti e servizi digitali non sarà più solo un problema tecnico o etico, ma un illecito sanzionabile da parte di AgID e altri enti di vigilanza. In caso di inadempienza, infatti, è prevista la diffida con obbligo di adeguamento entro un termine specifico, pena le sanzioni pecuniarie che possono arrivare fino a 100.000 euro; l’inadempienza continuata comporterà un aggravamento delle sanzioni e una potenziale esclusione dal mercato.
Essendo, inoltre, l’accessibilità un requisito di legge nei contratti pubblici, un sito, software o app non accessibile può comportare:

  • esclusione automatica da gare o bandi della Pubblica Amministrazione o di enti appaltanti;
  • revoca dell’incarico già affidato;
  • mancata ammissibilità a fondi europei o PNRR.
Per non parlare di danni reputazionali e possibili contenziosi da parte di utenti o associazioni che difendono i diritti delle persone con disabilità! Il mancato rispetto dell’accessibilità è oggi visto come una forma di discriminazione perché crea una barriera invisibile ma reale. È come costruire un negozio con uno scalino all’ingresso e dire: “Chi non cammina, non entra”. Negare l’accesso a un sito, a un servizio, a un contenuto digitale = escludere una persona dalla vita sociale, economica e culturale. E questo vale per un modulo online non compilabile da tastiera, un video senza sottotitoli, un PDF illeggibile da uno screen reader, un bottone invisibile a chi non distingue i colori.

Un chiaro esempio di contenzioso lanciato da utente è quello che ha visto coinvolto un utente non vedente che ha fatto causa all’azienda Domino’s Pizza perché il sito e l’app non permettevano di ordinare con uno screen reader. La Corte ha dato ragione all’utente e il caso è finito su testate mondiali.


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Audit di accessibilità
Un’analisi completa per individuare le non conformità rispetto alle WCAG 2.1 AA, sia sul piano tecnico (codice, struttura HTML) sia esperienziale (usabilità, navigazione, interazione).

Conformità del sito e app alle WCAG 2.1 livello AA - Adeguamento delle 4 aree chiave delle linee guida:
  • Percepibile - contenuti visibili, testuali e alternativi
  • Utilizzabile - navigazione fluida e coerente
  • Comprensibile - testi chiari, errori segnalati bene
  • Robusto - codice leggibile da tecnologie assistive
Struttura semantica, compatibilità e navigabilità
Quando diciamo che “non è solo un problema di codice che funziona, ma di codice semanticamente comprensibile”, tocchiamo un punto chiave dell’accessibilità digitale: la differenza tra forma e significato. Ogni elemento HTML ha un significato e usarlo bene vuol dire aiutare gli screen reader a navigare e presentare il contenuto, fornire ruoli, stati e gerarchie comprensibili alle tecnologie assistive ed evitare confusione cognitiva per chi ha difficoltà di orientamento o lettura.

Revisione dei contenuti
Anche il contenuto ben codificato può essere inaccessibile se non è scritto, strutturato o presentato in modo comprensibile per tutti. I testi devono essere chiari, semplici (preferire un linguaggio diretto, frasi brevi, verbi attivi), ben strutturati (con titoli, sottotitoli e paragrafi logici e gerarchizzati semanticamente (uso corretto di <h1>, <h2>, ecc.); evitiamo quindi ironia ambigua, metafore complesse o riferimenti visivi non descritti. Ricordiamo che devono essere accessibili anche a utenti con dislessia o difficoltà cognitive.

Le immagini devono avere un testo alternativo (alt) che spiega il contenuto o lo scopo dell’immagine; una descrizione estesa (se serve) per grafici, infografiche o tabelle complesse; devono essere contestualizzate nel layout (non casuale o puramente decorativa).

I video devono includere:
  • sottotitoli sincronizzati per chi ha deficit uditivi
  • trascrizione testuale completa (disponibile sotto o accanto al video)
  • audio descrizione per chi ha disabilità visiva
  • comandi di riproduzione accessibili da tastiera
Correggere PDF e documenti digitali non accessibili
Se un utente non vedente accede al sito di un’azienda e scarica una brochure o un contratto, quel contenuto deve poter essere letto, compreso e usato anche con tecnologie assistive. Il documento è “estensione” del sito: se non è accessibile, il sito non è conforme. È quindi importante intervenire sulla struttura logica del contenuto; usare tag semantici, come titoli, elenchi, intestazioni di tabella; aggiungere testi alternativi per immagini e grafici; assicurarsi che sia navigabile da tastiera (nei moduli PDF, per esempio); offrire contrasto sufficiente, leggibilità e font accessibili ed evitare scansioni di immagini non OCRizzate (PDF “finti”, cioè solo immagine).

Adottare un approccio accessibile by design in fase di sviluppo
In Doweb non ci limitiamo a sviluppare siti web: li progettiamo e realizziamo secondo i principi dell’accessibilità, rispettando le linee guida internazionali WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) e la normativa italiana. Adottiamo specifiche best practices orientate all’accessibilità, come:
  • design system accessibili
  • utenti reali o tester inclusivi coinvolti in fase UX
  • approccio “progressive enhancement” (parti dal semplice, migliora con funzionalità extra)
  • team formati su basi WCAG (tutti contribuiscono all’accessibilità!)
Vuoi sapere se il tuo sito è conforme alla normativa? Contattaci subito!
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