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30 giugno 2025

Attenzione Instagram: i contenuti pubblici saranno indicizzati su Google!

Alex Baldarelli

Scritto daAlex Baldarelli

Tempo stimato per la lettura9 minuti

A partire dal 10 luglio un’importante novità è attesa su Instagram. Da questa data il noto social network permetterà ai motori di ricerca — in primis Google — di indicizzare automaticamente i contenuti pubblici (post, Reels, caroselli e video) degli account professionali (business o creator). Fino ad ora l’indicizzazione era limitata e gestita tramite blocchi tecnici impostati sul file robots.txt e con il tag noindex, ma dal 10 luglio diventerà lo standard predefinito per questi profili. C’è però una soluzione per evitare che questo accada. Approfondiamo tutto quello che accadrà dal 10 luglio su Instagram in questo articolo!

Contenuti Instagram indicizzati su Google: cosa cambierà
Chiariamo una cosa: il paradigma di Instagram fino al 10 luglio richiede implicitamente ai motori di ricerca di non indicizzare i contenuti pubblici, che siano post, profili, reel o video. Non sussiste quindi un blocco assoluto perché i crawler possono comunque individuare i contenuti e indicizzarli, seppur raramente e solo in casi molto specifici (ad esempio tramite embedding esterni o link forti da altri siti).
Questo cambio di paradigma rende l’indicizzazione la modalità predefinita, annullando tutti i blocchi su robots.txt precedentemente in vigore come policy di default di Instagram.

I motori come Googlebot saranno autorizzati a “navigare” le pagine Instagram come farebbe un utente umano, ottenendo anteprime dei post, caption, numero di like/commenti, alt-text delle immagini. Ogni nuovo contenuto, se non escluso manualmente, sarà candidato per l’indice di Google e quindi potenzialmente visibile nei risultati di ricerca.

Instagram non chiederà quindi alcuna autorizzazione specifica per l’indicizzazione, ma sarà attivata automaticamente, essendo considerata come una nuova parte dell’esperienza pubblica dei profili professionali. L’unico modo per evitarlo è agire manualmente. Seguiamo questi passaggi se preferisci che i tuoi contenuti pubblici non vengano indicizzati.

Bloccare l’indicizzazione dei contenuti pubblici su Google: come fare
Instagram ha già avvisato gli utenti professionali con banner in-app di intervenire per negare l’autorizzazione all’indicizzazione. La novità, infatti, è proprio questo meccanismo opt-in che richiede a ogni creator con account professionale di scegliere se lasciare indicizzabili i propri contenuti (nuova opzione di default) oppure bloccarla, lasciando i propri post esclusivamente sul social network.

Non vuoi essere indicizzato? Vai su Impostazioni/Privacy dell’account/Consenti di mostrare foto e video pubblici nei risultati dei motori di ricerca e disattiva l’opzione.
In alternativa, imposta l’account su “privato” o passalo a un profilo personale. Attenzione: Google potrebbe mantenere visibili bio, foto del profilo e URL finché l’indice si aggiorna. Se non vuoi essere indicizzato ti consigliamo di attivarla subito, prima del 10 luglio, se non vuoi che i tuoi post vengano scansionati.

Impatto su visibilità e SEO: perché è rilevante questo cambiamento
Per anni Instagram è stato un ecosistema chiuso: anche i contenuti pubblici, sebbene visibili agli utenti, erano inaccessibili ai motori di ricerca.
Questa separazione aveva due conseguenze:
  • i contenuti social non contribuivano direttamente alla SEO;
  • la visibilità era limitata solo agli utenti già presenti su Instagram.
Con questo cambiamento, Instagram smette di essere una piattaforma chiusa e si integra nativamente nell’universo dei motori di ricerca: Google tratterà i contenuti social come qualsiasi altra risorsa online. È una svolta epocale per chi usa Instagram per scopi professionali: i post non hanno più una visibilità massima circoscritta alle prime 24-72 ore, per poi crollare e perdersi nel dimenticatoio; ora diventano risorse permanenti, ricercabili e strategicamente rilevanti, un vero e proprio asset evergreen al pari di un articolo di blog o un video YouTube.

Oggi la SEO è multimodale: Google (e i suoi strumenti AI) interpreta testi, immagini, meta-informazioni e contesto. L’indicizzazione di Instagram apre nuove opportunità per:
  • testi delle caption, trattati come contenuti veri e propri;
  • alt-text e descrizioni immagine, usati da Google Immagini;
  • keyword nei profili, con un peso semantico per nome utente, bio e hashtag;
  • interazione con altri canali - embedding in siti, menzioni, backlink.
  • carosello ben strutturato o un reel con script ben pensato può contribuire al posizionamento organico tanto quanto una pagina web. Ecco che quindi si dovranno adottare nuove strategie SEO, dove ogni post può e deve rispondere a una query potenziale dell’utente. Prima chi non ti conosceva su Instagram non ti trovava; ora un utente può trovarti cercando su Google, anche senza avere un profilo Instagram. Ogni contenuto pubblicato diventa una porta d’accesso al brand.
In sintesi, dal 10 luglio aumenta la possibilità che contenuti ben strutturati compaiano tra i primi risultati di Google. Attenzione però perché c’è il rovescio della medaglia: contenuti non ottimizzati o incoerenti con l’immagine aziendale potrebbero diventare visibili a un pubblico più ampio, fornendo informazioni obsolete, errori di comunicazione o immagini non aggiornate che potrebbero danneggiare la reputazione online. L’indicizzazione dei contenuti Instagram non è solo una novità tecnica: è una trasformazione culturale e strategica del modo in cui si comunica online!


Come prepararsi all’indicizzazione di Instagram: azioni strategiche e consigli
Instagram è diventato un canale ricercabile a tutti gli effetti. Questo significa che ogni contenuto pubblicato può (e deve) essere pensato per due pubblici distinti:
  • l’utente Instagram, che “ consuma” contenuti rapidamente, nello scorrimento del feed;
  • il visitatore che arriva da Google, cercando una risposta, una soluzione, un’ispirazione.
Ci sono quindi diverse azioni strategiche chiave da implementare per intercettare entrambi!

Ottimizza il profilo per la ricerca
Il profilo non è più solo “biglietto da visita” in-app, ma una pagina pubblica visibile su Google. Prima di pensare ai post, ottimizziamo la Bio! Scriviamo una descrizione utile e orientata al search, con una call to action efficace: chi sei, cosa fai, per chi lo fai? Ecco un esempio per un’impresa edile:

Ristrutturiamo case, uffici e locali commerciali
Soluzioni chiavi in mano • Detrazioni 50%-110%
📍 Verona e provincia
📞 Contattaci per un sopralluogo gratuito

Parole chiave: “ristrutturazioni”, “chiavi in mano”, “detrazioni”;
Valore: servizio locale + incentivo fiscale + lead diretto.

Sistema caption e alt-text in ottica SEO
Ricordati che le caption diventeranno testo indicizzabile per Google! Le prime 1–2 righe della caption devono contenere la keyword principale, come accade in un articolo di blog; inoltre, usa formati “How to” o “listicle” per migliorare il posizionamento:
“5 idee per realizzare una landing page ad alta conversione”;
“Come scegliere il miglior tema Shopify nel 2025”.

Infine, evita caption puramente “creative” o criptiche: sono perfette per l’engagement, meno per Google.

L’alt-text (testo alternativo delle immagini) viene spesso ignorato, ma è fondamentale perché viene letto dai motori di ricerca come descrizione ufficiale dell’immagine. Scrivi alt-text chiari, descrittivi, contenenti keyword correlate (es. “schermata homepage e-commerce moda primavera 2025”).

Inizia a pensare contenuti non solo per i tuoi follower, ma anche per… Google!
Google, anche con l’introduzione dell’AI generativa nella sua SERP, dà priorità a contenuti che rispondono in modo diretto a una domanda o a un intento di ricerca (es. “idee design vetrine 2025”), sono facili da interpretare, sia per l’utente che per i suoi algoritmi e sopratuttto forniscono valore pratico, con struttura visiva ordinata e descrittiva.

Ecco che quindi anche i contenuti Instagram devono ora soddisfare questi criteri.
Pensa a post in stile “mini-blog”: caroselli didattici o informativi, ognuno con una copertina con un titolo chiaro, un contenuto con uno stile ordinato per punti e font leggibile e slide finale con una call to action. La prima slide viene trattata da Google come immagine + caption → deve contenere testo leggibile, keyword, e contesto. Ricordati di usare l’alt-text per descrivere ogni carosello (es. “Carosello informativo: confronto tra materiali per coperture tetti 2025”).

Un’altra idea sono i reels per ispirare, dimostrare e informare con ritmo e impatto visivo. Prediligi uno script chiaro, sottotitoli ben visibili e descrizioni che includano keyword a inizio caption. Attenzione: l’AI generativa di Google può estrarre testo da reels e caroselli quindi il linguaggio usato nei video influenza il ranking.

Altra cosa importante sono i geotag e hashtag. Google comprende il contesto geografico e settoriale dei contenuti e lo utilizza per restituire risultati personalizzati (soprattutto da mobile).
Il geotag deve essere sempre presente nel post/reel anche per contenuti considerati “evergreen”. Con l’indicizzazione, non pensare che gli hashtag perdano importanza… anzi! Inserisci un mix di hashtag generici #webdesign #posizionamentoSEO #ecommerce, affiancati a quelli locali come #idraulicoVerona #merceriaVicenza e legati al trend ad esempio #estate2025. Evita assolutamente hashtag “fuffa” come #instagood e #love, che hanno un valore SEO pari a zero.

Restano comunque valide le solite best practices per aumentare la visibilità dei contenuti Instagram su Google, tra cui l’embedding, ossia incorporare un contenuto Instagram (post, Reel, carosello, profilo) direttamente all’interno di un altro contenuto web, come:
  • un articolo del blog,
  • una pagina prodotto,
  • una newsletter,
  • una sezione del sito aziendale.
Se un contenuto Instagram è incorporato in una pagina web già autorevole (es. il tuo sito, il blog di Doweb), ne aumenti l’importanza e la probabilità che venga indicizzato. L’embedding crea contesto, autorità e backlink naturale, tre ingredienti fondamentali per la SEO.

Infine, come ogni strategia social e SEO, è importante tenere sempre sotto controllo l’evoluzione dei risultati: essere presenti nei risultati di ricerca non basta, serve capire cosa funziona e cosa no. Con Google Search Console possiamo tracciare le impression e le query che portano traffico al tuo profilo Instagram (se inserito nel sito, oppure tramite link diretti); con Instagram Insights analizziamo quali contenuti hanno ottenuto più clic su link in bio, che potrebbero essere quelli più “Google-friendly”.

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