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17 aprile 2023

Google EEAT, nuovo aggiornamento: ecco cosa cambia per i contenuti

Alex Baldarelli

Scritto daAlex Baldarelli

Tempo stimato per la lettura7 minuti

Ti sei mai chiesto quali sono i criteri in base ai quali Google stabilisce se i contenuti in rete sono di qualità e quindi utili per gli utenti? Fino allo scorso dicembre, i principi erano tre: competenza, autorevolezza e affidabilità, che equivalgono a Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness (EAT).

Questi tre fattori, utilizzati dai quality raters per determinare la qualità dei risultati di ricerca, sono diventati quattro con l’ultimo aggiornamento delle linee guida: ora, per una valutazione più puntuale e completa, Google aggiunge un’altra E, quella di “esperienza” (Experience). Ecco che quindi l’acronimo diventa EEAT. Vediamo in questo articolo cosa cambia con l’inserimento di un ulteriore criterio di valutazione dei contenuti e le nuove regole per ottenere un buon posizionamento sui motori di ricerca.

Aggiornamento EEAT: ora conta anche l’esperienza dell’autore
Lo scorso dicembre, Google ha messo mano alle linee guida per i quality raters e in particolare al concetto di EAT utilizzato per stabilire se e quanto i risultati di ricerca forniscono contenuti utili e pertinenti agli utenti.

Con l’ultimo aggiornamento, non bastano più competenza, autorevolezza e affidabilità, per far sì che un contenuto sia giudicato “di valore”: ora conta anche l’esperienza dell’autore. Che significa l’effettiva esperienza con un prodotto o un determinato luogo pubblico, ma anche l’esperienza dell’autore del testo sull’argomento in questione. Pensiamo, ad esempio, un articolo su un determinato software scritto da un programmatore informatico: questo verrà sicuramente valutato “con un occhio diverso” dai quality raters, rispetto a un autore senza esperienza.

Nello specifico, Google parla di “esperienza di prima mano”, quella vissuta in prima persona dal creatore del contenuto, che gli permette di scrivere con cognizione di causa su un determinato tema. In assenza di una particolare esperienza, secondo Google, il contenuto potrebbe essere troppo superficiale, basato su fonti non verificate e presentare inesattezze o incompletezze.

Quando Google parla di esperienza personale intende proprio una conoscenza pratica, concreta e provata con un determinato prodotto o servizio, che avvalora un’opinione espressa dal creatore del contenuto. L’esperienza personale fa la differenza perché ispira fiducia al lettore. D’altronde, quando troviamo una recensione su un prodotto realizzata da un acquirente che l’ha provato direttamente, non condiziona la nostra opinione e spesso anche il nostro acquisto?

Google e EEAT: come viene valutata l’experience
Abbiamo approfondito qui la figura del quality raters e come funziona la “valutazione umana” di Google. Con l’aggiornamento del paradigma EEAT, vengono cambiate anche le linee guida per questi valutatori, che devono comprendere nel modo migliore e con un nuovo criterio i contenuti presenti sul web.

Insomma, quali informazioni cercano questi soggetti per capire il livello di esperienza dell’autore? Sicuramente, ricercano pagine attendibili in cui comprendere e valutare sul livello di experience dell’autore sul web, in base a recensioni, notizie e altri riferimenti “esterni” al sito dove ha pubblicato.

Ma soprattutto sfruttano la cosiddetta Authorship Autore, ossia il sistema con cui viene identificato l’autore del contenuto, la sua esperienza e quindi la sua competenza: elemento fondamentali delle regole EEAT.

Google nelle linee guida consiglia sempre ai valutatori di controllare la presenza di una bio dell’autore sul sito stesso su cui scrive, oppure su alcuni social network: da qui parte la ricerca e l’analisi dell’esperienza dell’autore. Inoltre, viene controllata la data di pubblicazione del contenuto, le informazioni sui contatti e soprattutto le informazioni di base dell’editore o dell’azienda per cui scrive.

La valutazione dell’autorevolezza dei siti su cui l’autore scrive/ha scritto è importantissima: un redattore che scrive da 10 anni sul sito della Gazzetta dello Sport, ad esempio, verrà valutato come esperto di sport.

L’Authorship Autore e in particolare l’Author Rank è un elemento che Google considera di importanza elevatissima, per far sì che il web sia popolato da contenuti veri, verificati e utili per l’utente. In primis, Big G ritiene sia giusto per il visitatore sapere chi ha realizzato un contenuto, per stabilirne la credibilità, per questo consiglia sempre di esplicitare il nome dell’autore del contenuto: una pratica in linea con la ricerca accademica e la buona prassi giornalistica.

Insomma, ricorda sempre di inserire un blocco “bio” nel tuo blog, un profilo autore da dedicare ai creatori dei tuoi contenuti: Google, i quality raters, ma soprattutto i tuoi utenti ti ringrazieranno!

EEAT e profilo autore: 6 consigli +1 per scriverlo nel modo corretto
Appurato come Google e i quality raters valutano l’esperienza dell’autore che scrive il contenuto, è importante impostare nel modo corretto la bio. Doweb ti propone 5 consigli per realizzarla nel modo corretto e SEO-friendly.
  • Sii breve e sintetico: non devi veramente scrivere la tua biografia e tutte le tue esperienze. Sii breve e conciso, resta tra le 50 e le 100 parole;
  • fai un accenno alla tua professione: presentarti con il tuo ruolo e/o la tua funzione, ti conferisce credibilità e fa capire agli utenti che non sei uno sprovveduto;
  • poni in evidenzia i dettagli sulla tua esperienza (Lavori precedenti, anni di esperienza nel ruolo, lauree ecc.)
  • inserisci una tua foto: il modo migliore per diventare il “signor nessuno” sul web è non inserire una foto. Non dimenticarla mai!
  • Inserisci il link ai tuoi social, preferibilmente il profilo Linkedin, ormai essenziale per ogni professionista del web;
  • sii originale e crea un “marchio di fabbrica”: un elemento qualitativo e non quantitativo, ma che è sempre gradito dai lettori. Fatti riconoscere e fai sì che gli utenti si ricordino di te per una frase simpatica nella tua bio, che sia anche significativa per la tua esperienza.
Un profilo autore scritto seguendo queste indicazioni sarà efficace sia lato SEO, sia per i quality raters, affinché possano valutare nel modo corretto la tua esperienza. Attenzione però: ricordi le pagine YMYL? Scrivi contenuti che possono condizionare lo stato di salute fisica e psicologica, la stabilità (anche economica) e la sicurezza dell'utente?

In questo caso, l’esperienza, quale nuova regola e criterio preso in considerazione da Google e i quality raters, diventa ancora più importante. Se sei un medico che scrive di medicina, devi assolutamente specificarlo perché gli utenti possano fidarsi dei tuoi articoli, che, giustamente, avranno un valore diverso rispetto al contenuto scritto da un blogger o un copywriter! Ricordati che puoi influenzare fattori di vitale importanza per le persone con i tuoi scritti online!



EEAT e SEO: le regole per ottenere un buon posizionamento
Soddisfare i parametri EEAT è un ottimo indicatore perché il tuo contenuto abbia visibilità e il tuo sito sia considerato quindi autorevole. È bene ricordare, tuttavia, che EEAT e quindi la valutazione dei quality raters non incide direttamente sul ranking di Google, ma solo sui sistemi automatici che stabiliscono il posizionamento. EEAT non è altro che un un framework, un modello di qualità che contiene gli indicatori che Google (e in particolare i quality raters) utilizzano per classificare i contenuti di valore.

Ne consegue che devi intervenire sui contenuti, perché siano in linea con i parametri utilizzati dai sistemi automatici per stilare il ranking. Ricordati il profilo autore e di inserire link ad articoli pertinenti scritti da fonti autorevoli: un ottimo inizio, per segnalare a Google il tuo è un contenuto rilevante.

Nei tuoi articoli, devi far sì che venga compresa la tua competenza, dimostrata la tua esperienza, al fine di ottenere autorevolezza ed essere considerato fonte affidabile. Se hai un ecommerce, l’affidabilità è legata alla sicurezza del tuo sito e dei sistemi di pagamenti garantiti.

Proprio quest’ultimo elemento, l’affidabilità, è considerato il più importante e determinante in ottica SEO, tanto che Google lo definisce “il centro della famiglia EEAT”. L’affidabilità è strettamente legata ai motivi per cui un sito pubblica determinati contenuti, se strettamente per fare informazione oppure per ottenere visibilità sul web. In sostanza, è indicatore della fiducia che gli utenti ripongono sul contenuto nello specifico ma anche al sito nella sua interezza.

Lavora sulla brand awareness del tuo sito: inserisci tutte le certificazioni e i riconoscimenti che ottieni e, soprattutto se scrivi contenuti YMYL non dimenticare di far sapere agli utenti che sei un professionista del settore, soprattutto in campo medico, ma anche finanziario. Insomma, tutto ciò che contribuisce alla creazione e al miglioramento della fiducia degli utenti nei tuoi confronti.

Inoltre, se vuoi facilitare la vita a Google e i quality raters, lavora sempre sui dati strutturati: ne gioveranno anche le performance organiche del tuo sito. Google ha fatto sapere che sfruttare i dati di schema.org al massimo livello aiuta il motore di ricerca, che avrà delle prove puntuale e inequivocabili per comprendere i contenuti e ricercare le informazioni online. Un ulteriore livello di precisione affinché i crawler possano valutare nel migliore di modi tutti i criteri EEAT!

In conclusione, ci sono alcune questioni che devi assolutamente avere chiare. Ottimizzare i criteri EEAT è importante e devi assolutamente cercare di soddisfarli il più possibile quando scrivi un contenuto, tuttavia non sostituiscono e non sostituiranno mai le altre ottimizzazioni SEO, sia onpage, che per quanto riguarda i contenuti, ma anche per quanto concerne il link building. Insomma, una strategia puntuale volta a migliorare diversi fattori di user experience e non solo, che, insieme, concorrono al tuo posizionamento sui motori di ricerca.
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