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29 ottobre 2025

Ecco Google AI Mode: perché è una svolta epocale e come cambia la SEO

Alex Baldarelli

Scritto daAlex Baldarelli

Tempo stimato per la lettura8 minuti

Per anni abbiamo digitato parole chiave su Google aspettandoci una lista di link. Poi abbiamo imparato a interagire con l’assistente vocale, con le ricerche visive e con risultati sempre più personalizzati. Ma ora arriva un cambio di paradigma: Google AI Mode, la nuova modalità di ricerca basata su intelligenza artificiale generativa che promette di rivoluzionare il modo in cui cerchiamo (e troviamo) le informazioni online.

In pratica, Google non mostrerà più soltanto link ai siti web, ma risposte già pronte, generate dall’AI.
E questo significa che la tua azienda potrebbe essere “vista” in modo diverso dagli utenti — e che le regole del gioco della visibilità online stanno veramente cambiando.

Scopriamo in questo articolo come funziona Google AI Mode, quali effetti avrà sulla SEO e come intervenire immediatamente per ottenere la massima visibilità sui motori di ricerca.

Cos’è Google AI Mode e come funziona
AI Mode è una nuova opzione integrata all’interno di Google Search, che consente di ricevere risposte complete e ragionate, anziché semplici link o snippet. L’utente può attivarla direttamente dalla barra di ricerca, come se fosse una nuova scheda accanto a “Tutti”, “Immagini” o “Video”.

Quando riceve una domanda, AI Mode utilizza un modello linguistico avanzato — Gemini— per capire esattamente cosa sta cercando l’utente e creare una risposta che unisce informazioni di varie fonti attendibili, le riorganizza in modo chiaro con suggerimenti, riepiloghi e link di approfondimento.

Non si tratta di un chatbot come ChatGPT o Copilot, ma di una nuova esperienza di ricerca, più conversazionale e immediata. E questa è la vera novità: Google non si limita più a collegare i siti web — li riassume e li contestualizza.

Ad esempio, se una persona cerca “miglior sistema di videosorveglianza per piccoli uffici”, non troverà solo una lista di link, ma una risposta strutturata:

  • un confronto tra le soluzioni più diffuse;
  • i vantaggi e svantaggi di ciascuna;
  • un elenco di aziende locali che offrono il servizio.
AI Mode è interattivo: dopo la prima risposta, l’utente può continuare la conversazione chiedendo “e qual è il più economico?” oppure “qual è più adatto a un uso industriale?”.
Inoltre, è multimodale, cioè in grado di comprendere testo, immagini e voce contemporaneamente. È possibile, ad esempio, caricare la foto di un prodotto e chiedere “che modello è?” oppure “dove posso acquistarlo?”, ricevendo una risposta diretta.

In sostanza, Google risponde come un consulente, e non più come un semplice motore di ricerca. È come avere un assistente che non si limita a mostrarti i risultati, ma che li interpreta e li organizza per te.

Cosa potrebbe cambiare per il tuo sito e… per il tuo business
Google AI Mode non è solo un aggiornamento tecnico: è un cambio di paradigma nel modo in cui le persone trovano le informazioni online. E per una piccola o media impresa, questo significa ripensare la presenza digitale in chiave di fiducia, chiarezza e valore reale.

Vediamo, nel concreto, come può impattare sul tuo sito e sulla tua presenza digitale.

Meno clic, ma più valore ai contenuti
Con l’introduzione dell’AI Mode, il traffico complessivo verso i siti web potrebbe diminuire. Le persone troveranno molte delle risposte direttamente nella schermata dei risultati, senza la necessità di cliccare su dieci link diversi. Ma questa non è una cattiva notizia. Anzi.

Significa che chi arriverà sul tuo sito sarà davvero interessato a ciò che offri. Se la tua azienda viene citata come fonte autorevole o come esempio nella risposta generata dall’AI, quel clic non sarà più casuale: sarà l’inizio di un contatto qualificato.

In pratica, il visitatore avrà già “incontrato” il tuo brand attraverso il testo prodotto dall’intelligenza artificiale di Google. Avrà letto un estratto della tua competenza, percepito la tua autorevolezza e deciso di saperne di più. È un cambio di prospettiva enorme: dal traffico di massa al traffico di valore.

Più importanza alla reputazione digitale
Con l’arrivo dell’AI Mode, Google sposta l’attenzione dalla quantità di contenuti alla credibilità delle fonti. L’algoritmo generativo si comporta come un consulente digitale: prima di includere un’informazione nelle sue risposte, valuta quanto quella fonte sia affidabile, coerente e riconosciuta nel tempo.

Per le PMI questo è un punto cruciale. Oggi la reputazione online non è più solo una questione di immagine: è una variabile che incide sulla visibilità e sulla fiducia che l’AI può riporre nella tua azienda.
Non basta avere un sito ben fatto: Google analizza il tuo ecosistema digitale nel suo insieme. Ci sono alcuni elementi che pesano sempre di più degli altri: scopriamoli!

  • Recensioni verificate e risposte professionali: le valutazioni positive (e soprattutto le risposte a quelle negative) mostrano che l’azienda è reale, reattiva e orientata al cliente.
  • Profilo Google Business aggiornato: orari, servizi, immagini e descrizioni coerenti con ciò che appare sul sito rafforzano la tua identità digitale.
  • Coerenza tra sito, social e contenuti: se comunichi in modo chiaro e omogeneo su tutti i canali, l’AI riconosce un marchio stabile e affidabile.
  • Citazioni e link da siti esterni: quando altre fonti (blog, portali, partner) parlano della tua azienda, aumenti la tua autorità semantica, cioè la fiducia che Google ripone nei tuoi contenuti.
Nuove opportunità per le aziende locali
Una delle funzioni più promettenti di AI Mode è la capacità di unire informazione e geolocalizzazione. Significa che Google sarà in grado di proporre risposte che non solo spiegano “cosa fare”, ma anche dove e con chi farlo.

Questo è un vantaggio enorme per le PMI radicate sul territorio. Se la tua attività è ben ottimizzata online, l’AI potrà citarti direttamente come risorsa locale.

Alla domanda “dove trovare un idraulico affidabile a Verona?”, l’AI non si limiterà più a elencare siti web o annunci sponsorizzati. Risponderà invece con un testo ragionato che confronta prezzi, vantaggi e ambiti di competenza specifici.

AI Mode e SEO: cosa cambia e come intervenire
Negli ultimi anni, molte aziende hanno investito in SEO, siti web e contenuti per farsi trovare sui motori di ricerca e comparire tra i primi risultati. Ma se ora Google dà già la risposta completa nella pagina dei risultati, l’utente potrebbe non cliccare più sul sito.

Questo non significa che la SEO “muore”, ma che cambia obiettivo: non si tratta più di farsi trovare a tutti i costi, ma di farsi scegliere come fonte affidabile dall’intelligenza artificiale che costruisce la risposta. Chi scrive con competenza, chiarezza e regolarità può diventare una di queste fonti.

Innanzitutto, il contesto vince sempre sulla keyword. Un sito che contiene un articolo ben scritto, con esempi concreti, citazioni e suggerimenti realistici, ha molte più probabilità di apparire nella risposta AI rispetto a uno che ripete cento volte la stessa keyword.

Perché Google ora interpreta l’intento dell’utente, non la singola parola chiave. Per questo bisogna comunicare in modo naturale, chiaro e centrato sul cliente e scrivere come si parlerebbe in una consulenza: con tono umano, spiegando come e perché qualcosa funziona.



Serve mostrare esperienza e affidabilità, con pagine “vive” e aggiornate, non semplici vetrine.

Google AI Mode valorizza l’approccio E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness), ovvero Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Fiducia.
Non è più sufficiente “scrivere per Google”: bisogna dimostrare di sapere ciò di cui si parla. Ecco alcuni consigli pratici:
  • raccontare storie vere: casi aziendali, esperienze, sfide superate;
  • usare un linguaggio vicino a quello del cliente, non burocratico;
  • rispondere a domande concrete (“quanto costa”, “come si fa”, “quali rischi ci sono”);
  • mostrare la vostra voce, il vostro modo di pensare.
Essere “autentici” non è solo un valore etico: è una strategia SEO nell’era dell’intelligenza artificiale.

La tendenza più interessante dell’AI Mode è che i contenuti troppo artificiali vengono penalizzati. Google riconosce testi scritti per manipolare l’algoritmo: impersonali, ripetitivi, pieni di keyword o generati senza revisione. Premia invece quelli scritti da persone per persone.

Serve costruire contenuti di valore reale, che rispondano in modo pratico ai bisogni degli utenti. Google AI Mode “estrae” parti di testo per inserirle nelle sue risposte automatiche. Questo significa che i contenuti aziendali devono essere ben strutturati:

  • paragrafi brevi, con titoli e sottotitoli chiari;
  • frasi sintetiche, che contengano un concetto completo
  • tabelle, elenchi e box informativi.
Un articolo o una pagina con blocchi ordinati e leggibili aumenta le probabilità che Google ne utilizzi uno spezzone, citando la fonte (cioè il vostro sito). In sostanza, scrivere bene non serve solo a chi legge, ma anche a chi vi troverà grazie all’intelligenza artificiale.

Per diventare fonte autorevole ed essere scelta da Google AI Mode bisogna quindi essere coerenti e credibili nel tempo. Alcune buone pratiche:
  • pubblicare con regolarità, anche articoli brevi ma di qualità;
  • indicare l’autore dei contenuti (nome, ruolo, foto, breve bio);
  • aggiornare le pagine datate;
  • inserire recensioni e testimonianze verificabili;
  • curare i dati strutturati (Schema.org, FAQ, orari, sede, contatti reali).
Ogni elemento che dimostra trasparenza e affidabilità migliora la possibilità di essere “scelti” dall’AI come fonte.

Con Google AI Mode, la sfida non è più “arrivare primi”, ma farsi riconoscere come fonte affidabile. È necessario comunicare in modo chiaro, utile e coerente per diventare parte integrante delle risposte generate da Google, guadagnando visibilità qualificata e reputazione. Il futuro del web non sarà fatto di chi parla più forte, ma di chi sa spiegare meglio.

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